Recensione di This Is Us 3x04, Vietnam: conosciamo il vero Jack

Scritto da: Maria Anna CappelleriData di pubblicazione: 

This Is Us arriva alla quarta puntata della terza stagione e si cimenta in un genere inedito: c’è moltissima azione perché è ambientata quasi totalmente durante la guerra nel Vietnam. 
Tuttavia, per fortuna, non sono affatto mancate le emozioni, raccontate nel modo sublime che ci fa amare questa serie.

Prima di questo episodio, non potevamo dire di conoscere il vero Jack Pearson, ora ci è stato svelato moltissimo del suo passato: la guerra, suo fratello, la sua infanzia, i genitori.

Per la prima volta in assoluto, facciamo la conoscenza del fratello di Jack, Nick Pearson, interpretato da Michael Angarano (noto per il ruolo di Elliot, figlio di Jack McFarland in Will & Grace).

È lui a pronunciare queste frasi che vi riporto, perchè secondo me spiegano molto bene la particolarissima struttura della puntata: una trama circolare che parte dall’incontro tra Jack e Nick in Vietnam, va a ritroso fino a vedere Jack e i genitori il giorno della nascita del fratellino, per poi ritornare al punto di partenza.

“Mi chiedo che ne sarà ora di me? E’ strano, non è questo che pensiamo continuamente:  ora che succede? Guardiamo sempre avanti. Chissà se tutto avrebbe più senso, in retrospettiva, se si iniziasse dalla fine, andando indietro e cercando di capire come si sia arrivati a quel punto”.

In queste parole è racchiuso tutto il senso di This Is Us
Chi è una persona se non il risultato di tutto ciò che ha vissuto nel suo passato? Di tutto ciò che hanno vissuto i suoi genitori prima di lui? Ognuno di noi è un insieme di tasselli, di momenti: siamo le emozioni che abbiamo provato, le persone che abbiamo incontrato, quelle che abbiamo amato o odiato. Siamo i successi e i fallimenti di chi ci ha cresciuto e le paure di chi ci sta accanto. Siamo questo, This Is Us.

Sappiamo che la guerra in Vietnam è stato un periodo dolorosissimo per gli Stati Uniti, coinvolti direttamente nel conflitto per oltre 10 anni, con un enorme dispiego di risorse, e moltissime perdite umane. Proprio nel 1969, anno in cui si svolge parte dell’episodio (viene inquadrato Jack che guarda un calendario), è stato raggiunto il massimo dei militari americani di stanza in Vietnam

Alcune cose vengono raccontate con delle semplici suggestioni, dando per scontato che il pubblico degli States possa coglierle con facilità (o quanto meno più facilmente di noi). 

Per esempio, non sapevo che (peraltro proprio nel 1969), il governo statunitense avesse introdotto un sistema particolare di reclutamento dei soldati: la lotteria, che prevedeva la convocazione dei ragazzi ritenuti idonei in base all'estrazione della loro data di nascita.
Viene estratto anche il 18 ottobre, data in cui è nato Nick, che quindi è costretto a partire. 

Andando a ritroso nel tempo, notiamo che Nick è sempre stato un ragazzo molto sensibile, e che Jack lo ha sempre tenuto sotto la sua ala, proteggendolo, tanto da diventare Superman per lui. Jack vorrebbe salvarlo anche dal suo crudele destino aiutandolo ad andare in Canada. Nick però, forse per orgoglio, non vuole sottrarsi al suo dovere, e parte. Dopo qualche mese però è in difficoltà: come molti altri, è triste, depresso, perso e non vede la fine nè il senso di quel conflitto per cui sta rischiando la vita. 

Ho cercato il significato dell’espressione “I got article 15”: si tratta di una serie di reati minori che possono commettere i militari e che prevedono delle “sanzioni non giudiziarie” (Non Judicial Punishment, NJP). Nick viene accusato di aver messo in atto una condotta pericolosa per sé e per i suoi commilitoni. Non sappiamo come e perchè, possiamo però ipotizzare che sia correlato all’aver fatto uso di alcool o altre sostanze.

Scopriamo che Jack, in realtà, a causa di una lieve aritmia cardiaca, non sarebbe idoneo al servizio di leva. Tuttavia, decide di arruolarsi come volontario perché sente di dover essere lì, dove si trova suo fratello, anche se sa che è improbabile che riesca ad incontrarlo, questo è il suo “unico compito”. Così gli  gli ha detto il padre il 18 settembre di 20 anni prima, quando è nato Nick: proteggere il suo fratellino è il suo unico compito.

Scopriamo quindi che c’è stato un tempo in cui il padre di Jack non era alcolizzato o violento, anzi, era molto affettuoso (e addirittura astemio). Probabilmente scopriremo in seguito cosa ha scatenato questo profondo cambiamento nel sig. Pearson. Potremmo immaginare che sia correlato in qualche modo a suo padre, il nonno di Jack: non è un caso che ci sia stato fatto conoscere proprio in questo episodio (e che fosse ubriaco).

Infine, conosciamo un commilitone di Jack, Donnie Robinson, un talento del baseball che, a causa di un incidente con una mina, dovrà rinunciare alla carriera sportiva.
Vi ricorda qualcosa? 
E...guardate un po’ a chi è indirizzata la mail di Kevin della scorsa puntata:

Che dire, This Is Us migliora episodio dopo episodio, non vedo l’ora di vedere il prossimo!

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