Estate di Morte (The Woods): Recensione della nuova Serie TV Polacca di Netflix

Estate di Morte (The Woods): Recensione della nuova Serie TV Polacca di Netflix

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Attenzione: questo articolo contiene spoiler

Con Netflix, ogni mese è quello ideale per sottoscrivere l’abbonamento, grazie ad una sempre più vasta scelta di serie tv e film internazionali, assolutamente da divorare. 

Il servizio streaming infatti, apporta sempre novità originali e trasposizioni interessanti come la serie in questione, The Woods - Estate di Morte (in polacco W Głębi Lasu), adattamento dell’omonima crime novel dello scrittore statunitense di romanzi gialli Harlan Coben, dopo i precedenti Safe e The Stranger, che fanno parte di quell'insieme di quattordici adattamenti ai romanzi dell'autore in questione prodotti dal colosso dello streaming.

Sinossi

Ambientata nel 1994 e nel 2019, Estate di Morte è incentrata sul procuratore di Varsavia Paweł Kopiński ancora turbato per la morte della sorella, scomparsa 25 anni prima nel bosco durante un campo estivo, in circostanze misteriose, dove due ragazzi vengono trovati morti e Kamila e l'amico Artur, invece, spariscono senza lasciare traccia. 
La scoperta inaspettata di un cadavere la cui morte potrebbe essere collegata alla scomparsa della ragazza porterà l’uomo a riprendere in mano le indagini per far luce su quanto accadde anni prima all'amata sorella.

Due linee temporali, una verità.

Con questo tagline potremmo definire con facilità la serie.

Estate di Morte si conferma, con i suoi 6 episodi, uno show sicuramente interessante e perfettamente adattato al piccolo schermo, nonostante un contesto molto differente da quello originale: la storia viene spostata dal New Jersey a Varsavia - trasportandoci nella Polonia dei primi anni '90 e poi in quella dei giorni nostri - in maniera naturale e senza forzature.

La storia viene sviluppata attraverso due archi temporali diversi, a 25 anni di distanza l’uno dall'altro, in un continuo spostarsi tra passato e presente, facilmente comprensibile grazie alle ottime capacità di fotografia e regia, che si modificano di volta in volta per caratterizzare i contesti che raccontano: i colori caldi del passato e quelli molto più freddi del presente sottolineano il profondo divario tra le due realtà che vengono raccontate, grazie anche alle colonne sonore utilizzate, pezzi cult degli anni ’90 in contrapposizione a musiche più cupe nella storia presente.

Nell'arco dei sei episodi che formano la serie tv, ci viene presentato un mistero che cambierà per sempre le vite dei protagonisti: chi rimarrà dopo quella notte di fine estate, non sarà più lo stesso, portandosi atroci segreti e dubbi per molti anni.

Nonostante le capacità della regia che riesce a ricreare molto bene gli ambienti nei due diversi contesti, apportando la giusta tensione tipica del crime, il racconto ci risulta un po' annacquato e alcune volte farraginoso, non riuscendo sempre a mantenere la visione lineare.

La forzatura più palese è quella voglia di dover inserire ad ogni episodio un qualche colpo di scena in grado di tenere incollato lo spettatore: forse meno episodi e più sostanza avrebbe di certo giovato ai fini narrativi, rendendo la serie più marcata e con un ritmo incalzante.

The Woods: Recensione della nuova Serie TV Polacca di Netflix

Un dualismo incalzante

Il protagonista assoluto della vicenda è Pawel, e con questo personaggio si intersecano varie storyline che si ricongiungono nell’arco della stagione, con una corsa tra passato e presente, tra 1994 e 2019.

Paweł Kopińskii (Grzegorz Damiecki) è un procuratore che deve ancora superare il dolore per la scomparsa, o probabile morte, della sorella Kamila, avvenuta 25 anni prima in un campo estivo. Eccoci poi arrivare nel presente, dove il caso viene riaperto, quando viene trovato il cadavere di un uomo che potrebbe essere proprio Artur: da questo momento il passato riemerge con veemenza, molti segreti celati vengono a galla e la sua vita si intreccia inesorabilmente con i fatti accaduti nel 1994.

Sempre Pawel affronta altre storyline che si intrecciano con il passato: da una parte dei messaggi minatori che parlano della morte della moglie, dall’altra abbiamo un caso che il protagonista segue in quanto procuratore, dove difende una ragazza vittima di abusi. Queste due linee gialle si uniranno tra loro, confluendo nella storia principale con sagacia, trasmettendo la giusta suspense.

Al suo fianco Laura, co-protagonista in tutta la vicenda sin dagli avvenimenti del 1994, che lo aiuterà a scoprire alcune verità celate. Forse la parte in cui si è alluso ad una probabile storia amorosa tra i due poteva essere evitata, in quanto si dimostrava essere solo uno strascico di quell'amore adolescenziale interrotto e non funzionale ai fini della storia.

Ecco che avvertiamo la presenza di due principi fondamentali, in relazione reciproca di complementarità e di opposizione allo stesso tempo: la spensieratezza adolescenziale viene letteralmente distrutta dopo le vicende di quella notte, contrapponendosi alle difficoltà dell’età adulta, cosparsa di rimpianti. 

Ecco come passato e presente, adolescenza ed età adulta si fondono sviluppando un forte dualismo all'interno della narrazione: il passato e l’adolescenza, i colori vividi della fotografia, le colonne sonore cult del periodo, tutto contrapposto al presente, all'età adulta, alle difficoltà che si presentano, con una fotografia fredda e una musica strumentale.

Cosa sei disposto a fare per tuo figlio?

Il cast si è rivelato il punto forte della serie: gli interpreti adulti risultano essere molto convincenti, trasmettendo molta empatia nello spettatore, anche se è la controparte adolescente che ci emoziona di più, dando quella giusta spinta a continuare la visione, nonostante quel ritmo troppo trascinato.

Nonostante il problema ritmico, Estate di Morte riesce a toccare dei punti molto delicati, coinvolgendo moltissimo lo spettatore: un altro dualismo presente è infatti il rapporto tra genitori e figli, di quanto l’amore di un genitore verso un figlio può spingerlo a fare delle scelte discutibili

Cosa saremmo disposti a fare per un figlio? A questa domanda ognuno di noi può rispondere in tanti modi, ma alla fine la risposta è sempre la stessa: saremo disposti a fare di tutto.

Ecco il punto forte della serie: renderci parte integrante di essa, farci immedesimane in quelle situazioni e farci porre delle domande, farci chiedere come ci saremmo comportati in quel momento. Un discorso del genere, così potente e globale, non può far altro che coinvolgere in toto lo spettatore, spingendolo a continuare la visione per scoprire la storia e i segreti intorno ad essa.

Estate di Morte, anche se si presenta con un ritmo lento e diluito, riesce episodio dopo episodio a catturarci nella storia, creando un feeling con i protagonisti, facendo emergere nello spettatore emozioni contrastanti, ma tali da proseguire la visione voracemente.

Un plauso alla regia che, con il suo contribuito, accentua la scelta dualistica della sceneggiatura, utilizzando una fotografia e delle musiche in netto contrasto tra in base al contesto/anno raccontato, senza dimenticare l’interpretazione del cast sempre in linea con la storia, mai sottotono.

Una serie sicuramente consigliata, che fa emergere in noi molte domande interiori e personali, regalandoci momenti di riflessione e ragionamento.

madforseries.it

4,0
su 5,0

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