Dark 3: la nostra Recensione dell'ultima Stagione della Serie TV targata Netflix

Dark 3: la nostra Recensione dell'ultima Stagione della Serie TV targata Netflix

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Attenzione: questo articolo contiene spoiler

"Siamo fatti per stare insieme, non credere mai che non sia così". 

Siamo ormai giunti all'epilogo di una serie tedesca che sorprendentemente (visto il proliferare odierno di spettacoli da oltremanica) ha ottenuto un'ottimo successo - più che meritato - a livello internazionale: si tratta di Dark, show ad opera di Baran bo Odar e Jantje Friese che approfondisce varie tematiche fantascientifiche, con un ampio utilizzo di simbologie esoteriche e non solo.

Uno show che nonostante adesso sia sinonimo di viaggi nel tempo, si era inizialmente presentato come un horror-crime, con le sue misteriose e inquietanti sparizioni dei primi episodi.

Questa terza e ultima stagione riprende la storia esattamente dove l'avevamo lasciata al termine dello scorso capitolo: nel momento dell'Apocalisse, Jonas (Louis Hofmann) incontra una Martha (Lisa Vicari) sorprendentemente viva, che lo trasporta con un misterioso marchingegno a forma di sfera, in una realtà alternativa.
In questo nuovo mondo, il protagonista e lo spettatore si accorgono ben presto che i personaggi ormai noti, nascondono in realtà delle evidenti differenze: talvolta fisiche ma molto più spesso esistenziali, riguardo al tipo di ruolo o vita che svolgono.

Le strategie adottate per mettere in scena questi universi paralleli che ci hanno particolarmente stupito: il giocare sulle fisicità e le piccole e grandi differenze dei personaggi, magicamente create dal team di truccatori, o l’incredibile realisticità dell’interpretazione dei vari attori. Tutti questo particolari hanno reso questi nuovi episodi unici e hanno sicuramente contribuito alla già particolarmente buona narrazione.

Le trame di questa stagione rappresentano un labirinto intricato di connessioni e paradossi, che viene reso più chiaro allo spettatore grazie a un ampio uso di scene esplicative a fine episodio e di citazioni significative pronunciate da voci narranti ben identificabili.
Queste tecniche, che avevamo cominciato a vedere già nelle precedenti stagioni, risultano particolarmente rassicuranti per lo spettatore, e lo aiutano a tenere in modo costante il filo della storia.

I tempi di narrazione di questa nuova carrellata di episodi risultano accorciati e compensati da una narrazione più fluida.
Come se guardati attraverso uno specchio ammaccato, gli eventi chiave delle due precedenti stagioni, si ripetono anche nell'universo alternativo. Nonostante si possano notare molte divergenze, piccole o grandi, nel comportamento e nelle azioni dei personaggi, e i molti colpi di scena, come il continuo capovolgersi di “luce” e “ombra”, il risultato finale è come più volte predetto dai protagonisti, il medesimo.

Negli episodi finali sono forti i richiami al film Matrix, in taluni casi anche espliciti, in quanto il nome del film viene addirittura pronunciato dai personaggi stessi.
Per i protagonisti è sempre più difficile comprendere come gestire la realtà e come alcune persone, nonostante le premesse della serie a noi ben note, possano essere in vita e allo stesso tempo non esserlo.

Costanti i numeri 3 e 33 dal richiamo divino, che fanno emergere risvolti religiosi e filosofici portati in superficie dalla dualità di Adam ed Eve (la cui presenza era stata ipotizzata dai fan), e l'Apocalisse, da tutti tanto attesa, contrapposta alla Genesi in un loop infinito al cui centro giace il nodo rosso del Destino. 

Come ormai siamo abituati, il retaggio familiare risulta ancor più intricato e contorto, in un labirinto di parentele, con inaspettate nuove aggiunte a un albero genealogico già noto.
I legami di sangue, questo è certo, in Dark non sono una certezza, in nessun senso: per il proprio bene è meglio non fidarsi di nessuno e di tutti al contempo. A tal riguardo, la terza stagione non si smentisce affatto.

Negli episodi finali di Dark, che nuovamente non deludono, ma che possono richiedere per i meno attenti (e non solo) un rewatch di approfondimento, tutti i pezzi del puzzle si confermano ben disposti, e la storia ben illustrata al pubblico.
Anche i personaggi che avevamo lasciato in epoche differenti, come Hanna (Maja Schöne) o Katharina (Jördis Triebel) ricevono un finale degno e conclusivo, seppur in alcuni casi particolarmente amaro da buttar giù.

Alcune informazioni non vengono però mai spiegate appieno, con evidente intento di non farlo: un chiaro esempio è l’origine del misterioso marchingegno in formato ridotto che i protagonisti hanno più volte utilizzato nel corso degli episodi per viaggiare nel tempo, sul quale possiamo solo fare supposizioni, più o meno realistiche.

Altri eventi, in gran parte secondari, vengono lasciati all'immaginazione dello spettatore, lasciando quel pizzico di mistero in più. Si tratta comunque di aspetti la cui spiegazione non ha particolare rilevanza ai fini della trama, e che non influisce nel comprendere la stessa.

Nell’ultimo episodio della serie, nel commovente incontro simbolico tra due mondi e, diremmo, anche tra due protagonisti, sogni e ricordi appaiono distanti anni luce ma mai così connessi.

Un finale dal sapore dolce amaro, un epilogo che chiude il cerchio, e lo fa lasciandoci con un sacco di domande, infiniti spunti di riflessione e pensieri, ma che ci ha personalmente soddisfatti.

Una serie tv con grandi premesse e il cui rischio di fallimento era veramente molto alto. Non siamo però rimasti delusi e siamo sicuri che continueremo a parlarne ancora a lungo. Dark non sarà uno show facile da dimenticare.

Avevamo grandi aspettative per questa terza e ultima stagione di Dark, che fortunatamente non sono state deluse.

Il labirinto di trame e sottotrame si infittisce ancor di più nei nuovi episodi, ma grazie a tutta una serie di stratagemmi narrativi, lo spettatore riesce a seguire la storia senza problemi, episodio dopo episodio. Necessario come sempre un rewatch per carpire i dettagli nascosti.

Il finale dal sapore dolce amaro non ci ha assolutamente delusi, ma sicuramente ci ha lasciato con un sacco di domande e spunti di riflessione.

madforseries.it

4,9
su 5,0

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