Stranger Things: la nostra Recensione della Terza Stagione della Serie Netflix

Scritto da: Enrico CipollettiData di pubblicazione: 

Attenzione: questo articolo contiene spoiler

Ci sono voluti quasi due lunghi anni, ma finalmente i fan di Stranger Things da ogni parte del globo possono mettere le mani sull'attesissima terza stagione del loro show preferito.

Questa volta i fratelli Duffer hanno voluto raccontarci le vicende dei nostri durante il periodo estivo, a ridosso del 4 luglio, giorno dell'Indipendenza degli Stati Uniti d'America, festa tradizionale, popolare e a tratti molto pacchiana.

Hawkins, estate del 1985...

È passato circa un anno dagli eventi della seconda stagione, dove Eleven era riuscita a chiudere il portale per il "Sottosopra".
L'estate è molto calda e si avvicina il 4 luglio, la festa più amata dagli americani che la piccola cittadina di Hawkins è pronta ad accogliere e festeggiare, ma la minaccia del Mind Flayer sta per abbattersi nuovamente ed i nostri giovani eroi ne sono ancora ignari.

Il Mind Flayer, che era stato l'antagonista principale della seconda stagione, questa volta fa il suo ritorno con l'intento di tornare a spaventare la piccola cittadina americana, "assemblando" un enorme mostro fatto di "scorticati" (gente controllata dal Mind Flayer stesso), ed il primo a farne le spese è Billy, il belloccio fratellastro di Max.

Ritroviamo un gruppo di amici non più unitissimo come una volta: Dustin appena tornato dal campeggio dove pare aver trovato l'amore, Max e Lucas si sono fidanzati così come Mike e Eleven, in piena tempesta ormonale per la "gioia" di un gelosissimo Hopper (ormai padre adottivo della nostra protagonista) e Will, il povero malcapitato ragazzino delle prime due stagioni che pare essere rimasto l'unico ancora interessato alle vecchie lunghe partite a D&D.

Tutti allo Starcourt mall!

C'è una grandissima novità sia per noi che per i cittadini di Hawkins, ovvero lo Starcourt Mall, il nuovissimo centro commerciale voluto e fatto costruire dal corrotto sindaco della cittadina e che ha letteralmente ammazzato le attività del centro, diventando la nuova attrazione del posto.

Qui lavora anche Steve, assunto da una gelateria al suo interno, dove facciamo anche la conoscenza di un nuovo personaggio, Robin, la collega di Steve, interpretata da Maya Hawke che, udite udite, è la figlia di Uma Thurman.

Tale centro commerciale è il punto focale dell'intera vicenda poiché al di sotto di esso si erge una "base militare russa segreta", come la chiama Dustin, dove i sovietici stanno tentando di riaprire il portale del Sottosopra.

Considerazioni

I fratelli Duffer, supportati dalla regia magistrale di Shawn Levy, hanno deciso di dividere nuovamente il gruppo, creando diverse storyline conducenti tutte ad un unico grande epilogo.

Il dinamico duo formato da Steve e Dustin, che tanto ci aveva fatto sorridere e divertire nel corso della seconda stagione, viene arricchito con la presenza di Robin che più che essere un terzo incomodo, risulta alla fine essere un valore aggiunto. Ai tre, in seguito, si unisce Erika, la vivace sorellina di Lucas, ciliegina sulla torta per quello che, a nostro parere, è il miglior gruppo della stagione.

Le altre storyline vedono Jonathan e Nancy indagare su eventi strettamente collegati al ritorno del Mind Flayer, Hopper e Joyce alle prese con uno degli scenziati russi ed il gruppo di ragazzini guidati da Eleven intenti a scoprire cosa sta accadendo a Billy, caduto vittima del Mind Flayer.

A proposito di Billy, personaggio al quale si addice molto il ruolo di villain, possiamo dire che in questa stagione ha saputo mantenere bene il ruolo affidatogli, grazie anche al fatto che Dacre Montgomery ha dovuto studiare Jack Nicholson nei panni di Jack Torrance in Shining, per volere dei Duffer. Il paragone, ovviamente, non c'è, ma l'attore è riuscito comunque a far fare una degna figura al suo alter ego televisivo.

Ci viene presentato un Jim Hopper sempre più in carne e molto più divertente rispetto al passato (nonostante i suoi classici toni burberi), ma anche molto più geloso a causa dell'intenso rapporto tra Eleven e Mike. Diverse sono le scene irriverenti, soprattutto quando si rapporta con Joyce, con la quale raggiunge un'incredibile alchimia, anche se apparentemente sono spesso in contrasto.

Parlando di divertimento, possiamo dire che un po tutta la stagione ne è stata intrisa, e scene goliardiche unite all'horror puro hanno fatto si che questa stagione avesse il mix perfetto su cui reggersi nella sua interezza.

Ciò che ha da sempre reso affascinante questa produzione è la tipica ambientazione anni '80, che qui però c'è ma a nostro parere è meno manifesta rispetto alle prime due stagioni. Ma i richiami ad essa sono comunque diversi, soprattutto cinematografici: dal militare russo, bestione di due metri ispirato chiaramente a Terminator e acerrimo nemico di Hopper nel corso dei vari episodi, passando per Ritorno al Futuro, proiettato nella sala del cinema dello Starcourt in una delle scene con Dustine, Steve e compagnia. Tutti elementi che lasciano stampato un lungo sorriso sulla bocca dei nostalgici di quell'epoca.

Gli attori che interpretano i nostri adolescenti venturi crescono sempre di più, e proprio qui risiede il genio dei creatori della serie: far andare di pari passo crescita e sviluppo dei suddetti con quella dei loro rispettivi personaggi, condizionandone anche le dinamiche del gruppo.

Conclusioni

Una stagione dall'andatura fluida e lineare, con le solite piccole incongruenze della serie che però non hanno mai abbassato il livello qualitativo della stessa.

Un successo unico che l'ha resa già serie cult e che porta i fan a divorarne le stagioni e ad attendere con ansia e trepidazione ogni volta la stagione successiva.

L'episodio finale di questa terza stagione è probabilmente il migliore dell'intera produzione, con un epilogo commovente e struggente causato dalla morte di Billy prima, ma soprattutto da quella di Hopper poi.
Il nostro caro sceriffo ci lascia (apparentemente?), e lo fa con il più grande dei sacrifici, permettendo a Joyce di spegnere il macchinario con il quale i Russi stavano cercando di riaprire il portale del Sottosopra una volta giunti all'interno della base russa sotto lo Starcourt.

Ne segue una sequenza finale dove Eleven legge il discorso che lo sceriffo aveva scritto per lei e Mike, un discorso, questo, che ha probabilmente quel retrogusto di cliché, di già visto e sentito, ma emozionante nonostante tutto.

Conclusa la stagione, dopo i titoli di coda, inoltre, ci viene mostrata una scena bonus che lascia intendere che le cose sono tutt'altro che risolte per i nostri protagonisti. Tale scena apre un nuovo panorama all'interno delle produzioni televisive Netflix, introducendo un concetto (quello di realizzare scene extra) che fin'ora si era visto solamente al cinema.

Tutto ciò è segno che i Duffer hanno lungimiranza ed un'idea di continua innovazione per il loro show, e siamo sicuri che le future stagioni del programma (per ora è stata annunciata una quarta stagione) sapranno soddisfare sempre più i fan.

Voi cosa ne pensate di questa terza stagione? Fatecelo sapere con un bel commento sulla nostra pagina Facebook!

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