Esperienze Seriali: Stranger Things 3 - Ne vale Davvero la Pena?

Esperienze Seriali: Stranger Things 3 - Ne vale Davvero la Pena?

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Attenzione: questo articolo contiene spoiler

Ebbene sì, appartengo a quel gruppo di persone che ha "bingato" Stranger Things in meno di 4 giorni…Ma non per il motivo che forse pensate, dato che la terza stagione della serie è riuscita a deludermi nel profondo fino a inorridirmi.

Dopo aver scritto io stessa le varie notizie del cast entusiasta dell’episodio finale del terzo capitolo, dopo aver scritto di come nella terza stagione sarebbero state spiegate molte cose, l’unica cosa che sono riuscita a pensare dopo aver visto l’ultimo secondo dell’ultimo episodio dell’ultima stagione è stata: “Bah…Tutto qui?”.

Ma partiamo dal principio: come mi sono avvicinata a Stranger Things? Dopo aver visto il continuo pubblicizzare questa (all’epoca) nuova serie Netflix, dopo aver visto come veniva osannata da chiunque, dai critici ai ragazzini delle medie, ho detto: “Chi sono io per non uniformarmi alla massa? Diamole un’occhiata” (Cosa che è successa anche con La Casa di Carta, ma questa è un’altra storia).

Divoro la prima stagione, mi piace, mi intriga. È una serie nuova ma banale al tempo stesso (poteri paranormali, mostri/alieni, gruppo di amici contro il male comune) che, nonostante tutto, è riuscita a interessarmi. Sì, posso dire di ritenermi soddisfatta di quello che avevo visto. Ero soddisfatta dell’interpretazione, della trama, delle musiche e della fotografia. Non male, Netflix.

Nel corso della prima stagione mi sono affezionata alla storia di Undici, ho tifato per lei, ho adorato Hopper ed ero curiosa di vedere cosa avrebbero raccontato nella seconda stagione.

Esperienze Seriali: Stranger Things - Ne vale Davvero la Pena?

Divoro la seconda stagione ed eccolo lì, puntuale come sempre, il cliché: il nemico si impossessa di uno dei protagonisti. Non si era mai visto, no? Insomma, grazie a questo avvenimento ci viene presentato il nemico Boss, come quello a fine livello nei videogame. Lo vediamo, sappiamo che c’è ma non è ancora stato promosso a main character della serie, per questo dobbiamo aspettare la terza stagione.

Ci vengono presentati Erika, Billy e Max ai quali non avevo ancora trovato un posto all’interno della trama (cosa che si è risolta successivamente) e Hopper decide di prendere in custodia Undici, la quale continua a lottare contro i Demogorgoni riuscendo, a fine capitolo, a chiudere la porta.

Ammetto che mi sarei aspettata qualche colpo di scena più avvincente, qualcosa di meno scontato ma tutto sommato ho apprezzato la serie, fino a questo punto.

Divoro la terza stagione e arriviamo alle note dolenti: stessa identica trama delle stagioni precedenti (si apre la porta, mostri e conseguente conflitto, la porta viene richiusa), racconto piatto in cui la morte di Billy e (la forse morte) di Hopper è stata messa lì per far succedere qualcosa.
Ma a parte questo, il "Terminator" di Stranger Things cos'era? Era davvero Terminator? Perché dopo colpi mortali è ancora in piedi? Ma non gli avevano sparato? Perché invece di essere morto sembra appena uscito da una rilassante SPA? L'unica risposta possibile è "BOH".

Insomma, terza stagione? CHE NOIA. In tre stagioni diverse è successa sempre la stessa cosa (sottotrame a parte). Perché piace così tanto raccontare (o guardare, dipende dai panni che vestiamo) sempre le stesse cose? Hanno fatto Il Re Leone in cartone animato e l'hanno rifatto l'adattamento in live-action, idem con La Sirenetta, idem con Mulan e chi più ne ha, più ne metta.
Cos'è questo feticismo per la ripetizione? Forza Netflix, vogliamo freschezza, aria di prodotti originali e nuovi! 

Stranger Things, a mio parere, è una delle serie TV più sopravvalutate di sempre.
Probabilmente la maggior parte di voi non concorderà con me (come parte dello Staff di Mad for Series), ma sottolineo che questa è solo la mia esperienza personale.

Sono aperta al dialogo: fatemi sapere la vostra "Esperienza Seriale" in un commento sulla nostra pagina Facebook!

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